Eresia e repressione in Occidente: nel laboratorio della società politica medievale
Come interpretare oggi il fenomeno eretico medievale? Come studiare eventi e testimonianze tanto disparate dal punto di vista fattuale quanto simili dal punto di vista narrativo e testuale? Come capire le modalità della repressione da parte del potere ecclesiastico e laico?
L’eresia medievale ha una lunga storia che inizia con la fine dell’Antichità ed è stata oggetto – ancora oggi lo è – di vere e proprie battaglie storiografiche. Per questo motivo, si consacrerà un’attenzione particolare alla discussione storiografica e all’analisi delle posizioni più recenti in tema di eresia, francesi soprattutto, che hanno rinnovato il campo ma che sono ancora contestate. Il corso non si propone di affrontare dal punto di vista fattuale ogni singolo caso di eresia che sia stato già oggetto di analisi, ma desidera offrire una visione d’insieme del fenomeno ereticale, della sua costruzione da parte del potere ecclesiastico e della sua repressione, attraverso una serie di casi noti.
Nello studiare l’eresia medievale si è troppo spesso privilegiata la scansione temporale XI-XIII secolo, tralasciando il periodo tardo-antico che vede non solo la nascita dell’antitesi eresia/ortodossia, ma soprattutto la messa a punto dell’arsenale linguistico e concettuale dell’eresiologia che nomina, descrive, cataloga e condanna comportamenti e modi di pensare considerati inaccettabili in seno alla Chiesa post-costantiniana. Il corso intende risalire alle origini del linguaggio anti-ereticale per capire meglio le forme e i modi della lotta contro l’eresia messi a punto dai vescovi e dal papato a partire dalla riforma gregoriana. Si ritraccerà in seguito lo sviluppo dei movimenti di contestazione anticlericale condannati come eretici dalla Chiesa e dai poteri laici, dall’XI al XIV secolo. Dalle prime forme di critica all’autorità ecclesiastica, che passano per le accuse di immoralità del clero, alle vere e proprie dissidenze politiche nei confronti del potere temporale della Chiesa e del papa, vedremo che l’accusa di eresia usata dai poteri sovrani in Europa segue delle logiche prettamente politiche che vanno ricercate dietro il linguaggio dottrinale e religioso. Un’attenzione particolare sarà portata dunque all’elaborazione del linguaggio teologico e giuridico che definisce l’eresia nel discorso ufficiale della Chiesa e alla produzione di procedure d’inchiesta e di repressione sulle quali si sono costruiti i poteri teocratici e monarchici in Europa. Si vedrà infine come la costruzione politica e la repressione dell’eresia siano uno dei processi all’origine della modernità politica dell’Occidente.
Come interpretare oggi il fenomeno eretico medievale? Come studiare eventi e testimonianze tanto disparate dal punto di vista fattuale quanto simili dal punto di vista narrativo e testuale? Come capire le modalità della repressione da parte del potere ecclesiastico e laico?
L’eresia medievale ha una lunga storia che inizia con la fine dell’Antichità ed è stata oggetto – ancora oggi lo è – di vere e proprie battaglie storiografiche. Per questo motivo, si consacrerà un’attenzione particolare alla discussione storiografica e all’analisi delle posizioni più recenti in tema di eresia, francesi soprattutto, che hanno rinnovato il campo ma che sono ancora contestate. Il corso non si propone di affrontare dal punto di vista fattuale ogni singolo caso di eresia che sia stato già oggetto di analisi, ma desidera offrire una visione d’insieme del fenomeno ereticale, della sua costruzione da parte del potere ecclesiastico e della sua repressione, attraverso una serie di casi noti.
Nello studiare l’eresia medievale si è troppo spesso privilegiata la scansione temporale XI-XIII secolo, tralasciando il periodo tardo-antico che vede non solo la nascita dell’antitesi eresia/ortodossia, ma soprattutto la messa a punto dell’arsenale linguistico e concettuale dell’eresiologia che nomina, descrive, cataloga e condanna comportamenti e modi di pensare considerati inaccettabili in seno alla Chiesa post-costantiniana. Il corso intende risalire alle origini del linguaggio anti-ereticale per capire meglio le forme e i modi della lotta contro l’eresia messi a punto dai vescovi e dal papato a partire dalla riforma gregoriana. Si ritraccerà in seguito lo sviluppo dei movimenti di contestazione anticlericale condannati come eretici dalla Chiesa e dai poteri laici, dall’XI al XIV secolo. Dalle prime forme di critica all’autorità ecclesiastica, che passano per le accuse di immoralità del clero, alle vere e proprie dissidenze politiche nei confronti del potere temporale della Chiesa e del papa, vedremo che l’accusa di eresia usata dai poteri sovrani in Europa segue delle logiche prettamente politiche che vanno ricercate dietro il linguaggio dottrinale e religioso. Un’attenzione particolare sarà portata dunque all’elaborazione del linguaggio teologico e giuridico che definisce l’eresia nel discorso ufficiale della Chiesa e alla produzione di procedure d’inchiesta e di repressione sulle quali si sono costruiti i poteri teocratici e monarchici in Europa. Si vedrà infine come la costruzione politica e la repressione dell’eresia siano uno dei processi all’origine della modernità politica dell’Occidente.
- Teacher: Valentina Toneatto