I tre libri dell'educazione cristiana (dispense)
LIBRO SECONDO
Capo I
Che i fanciulli debbono essere ammaestrati
nelle cose della Santa Fede
[...] Nel santo battesimo abbiamo avuto il dono della santa fede, della quale abbiamo fatta aperta e
solenne professione al cospetto di Dio, degli angioli, e degli uomini; e quindi siamo chiamati
fedeli, e per la conservazione di questa santa fede (la quale come si è detto è dono di Dio, ed è
principio, e
fondamento della nostra salvazione, e senza la quale è impossibile piacere a Dio), dobbiamo esser
pronti ad esporre non solo la roba, ma la vita istessa ad ogni pericolo, e confidati nella divina
grazia morire, se così fosse d'uopo, anche con ogni acerbità di dolori, come lo
hanno già fatto al tempo della primitiva chiesa tanti e tanti gloriosi e
fortissimi santi martiri. Quindi è cosa degna di riprensione, e di compassione insieme
il vedere quanta poca cognizione
vi sia generalmente parlando, nel popolo cristiano, dei misteri della nostra santa fede, i
quali, bene intesi, hanno grandissima forza di infiammare i nostri cuori
dell'amore di Dio, e di risvegliarci dal letargo del peccato [...]. E benché
sia vero che la moltitudine non sia obbligata sapere così sottilmente molte cose
della nostra santa fede, le quali si appartengono più a coloro che nel popolo di
Dio tengono il luogo di maestri, come sono i chierici, ed i pastori; nondimeno ancora i semplici
e gli idioti sono obbligati a sapere almeno sommariamente i misteri principali della nostra
Cattolica Religione. Come per esempio, che Dio è trino in persone, ed uno in
essenza; che la
seconda persona, Verbo eterno, unigenito figliuolo del celeste Padre si è incarnato e si è fatto
uomo, e che ha sofferto la morte per la nostra salute, e altri simili: altrimenti
guai a chi per sua colpa fosse ignorante in cose di tanta importanza [...].