I Ricordi (dispense)

4.

Se li padri saranno nobili e ricchi, haranno tre essercitij alli quali degnamente et senza vergogna veruna potranno mettere li loro figliuoli, che sono le lettere, le armi et la mercantia; se mi dimanderete a quali a quali di questi, vi dirò, come di sopra, a quello il quale vedrà il figliuolo più inclinato, se alle leggi, il metta alle leggi, se alla filosofia e medicina, alla filosofia e medicina, se alla humanità, alla humanità, se alle matematiche, alle matematiche, se alla teologia, alla teologia. Se mi domanderete di questi studij qual mi pare più degno, vi dirò: se'l fine dello studio non è per sapere, ma per utilità e per guadagno temporale, studino in legge o in medicina perchè Dat Galienus opes dat sanctio iustiniana, ex alijs paleas, exijtis collige grana; che tanto vuol dire che le altre scientie ti daranno della paglia vana e queste ti daranno del grano; le scientie matematiche sono molto sottili e molto dilettevoli ancora perchè sono nel primo grado della certezza ove l'animo nostro si acquieta; se me direte di tutte queste scientie quale voi eregereste, vi risponderò arditamente il dignissimo et eccellentissimo studio della Sacra Santa Teologia, la quale sola è quella che dà la vera e certa cognitione della deità, questa sola insegna la vera perfetione della humana vita nostra, et che ciò sia vero il 5°, 6° e 7° capitoli di Matteo Apostolo et Evangelista contengono in se più filosofia e moralità che tutti li Socrati, li Platoni, gli Aristoteli Tulij et tutti gli altri filosofi greci et latini del Mondo; questa sola mostra la strada da salire al Cielo, questa è il vero pascolo, il vero cibo et il vero notrimento delle anime nostre, et di questo l'huomo non se ne deve meravigliare punto perchè le altre dottrine e scientie furono trovate dagli huomini puri, et questa dottrina evangelica fu promulgata et data dalla propria bocca del figliuolo di Dio incarnato per la salute nostra Giesù Cristo nostro redentore, perfetto huomo et vero Dio. Anzi vi voglio dire (et dico il vero) che seguendo la opinione di Agostino, ornamento della Chiesa, et del mio Seneca, havendo io consideratione alle miserie, alli guai, alle infermità, all’angustie, alle calamità, alli timori, alli pericoli, li quali ho passato e sofferto in questa presente vita da fin ch'io nacqui in fino a questa hora, se di nuovo potessi rinascere, per nessun modo né per altro vorrei rinascere con soffrire quanto ho sofferto (Però il nostro Salvator Giesù Cristo nella resuscitatione del quatriduano Lazaro non pianse perchè egli fosse morto, ma perchè lo resuscitava alle miserie et alle crunne di questa angosciosa e tribulata vita nostra humana), se non per studiare la sacra et divina Scrittura, la quale per essere hoggi tanto soprabbondante le iniquità, l'avaritia e la sensualità, in questo Mondo tutto posto in maligno, è relegata et confinata per li monasterij tra frati e monaci, sì come se tale divina scientia solamente appartenesse a’ religiosi e non ad altri.