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Ricordi di Fratel Sabba di Castiglione

Ricordo CXI, Cerca il creare delli figliuoli

Io sono certo che spesso vi abbatterete, perché sono molti li padri di famiglia, li quali hanno li figliuoli di perspicace et buono ingegno et buono aspetto, ma sono negligenti, freddi, e tepidi in crearli, in ammaestrarli, in disciplinarli, donde si proceda ò per essere loro stati mal creati dalli loro padri ò per tracuraggine, ò dapocagine, io no’l so. Però io credo che un padre non possa fare al Mondo opera più grata, accetta et meritoria appresso a Nostro Signore Dio, né più laudata et comendata appresso gli uomini del Mondo, né di maggior soddisfazione et contentezza appresso se medesimo che bene allevare et creare li figliuoli, et certo è che quel padre che poca cura ha delli figliuoli molto manco ne haverà delle altre cose.
Et però il mio fecondissimo Gieronimo dice che nella primitiva Chiesa santa et virtuosa, li padri li quali avevano male allevati allevati li figliuoli erano repulsi et scacciati dalle promotioni, dalle prelature et dignità ecclesiastiche, perché era presontione che quelli che erano stati negligenti et trascurati cerca li figliuoli non potessero essere diligenti et solleciti cerca il suddito popolo; appresso alli sapientissimi Ateniesi era una legge che, sì come il padre sempre era obligato ad alimentare et erudire il figliuolo, così il figliuolo era obligato ad alimentare il padre, avendo esso il modo, et il padre essendo venuto in miseria; il gran Teseo limitando tal legge (et certo molto discretamente) ordinò et statuì che solamente quelli figliuoli obligati fossero ad alimentare li padri venuti in povertà, dalli quali essi figliuoli erano stati ben creati, et ben eruditi, et gli altri non.la legge certo era pia, ma la limitatione fu santa, acciocché li padri cerca li figliuoli fossero diligenti et solleciti. Et se vi diranno questi figliuoli come si hanno a creare, vi dirò che sopra tutto habbiano in loro religione, la qual consiste in temere et amare Dio come sommo bene et creator del tutto et suo, in riverire il padre et la madre come loro principio et causa dell’essere corporale, osservare li religiosi, massimamente li sacerdoti, come servi et ministri di Nostro Signore Giesù Cristo, in honorare li più attempati et più antichi di loro, massimamente vecchi, virtuosi, qualificati, graduati, perché l’honorare li suoi maggiori è un manifesto argomento di umiltà et di buona et onesta creanza, et in somma desiderarei che nel figliuolo tutte le virtù fossero, ma sopra ogni altra la verecondia, overo pudore, ò come altri dicono modestia, la quale, secondo Aristotele, è un modesto timore di giusta reprensione, la quale virtù avenga che a ciascuna età, a ciascuna persona, a ciascun tempo, et in ogni luogo si convenga, nondimeno nel giovane, è molto commendata et laudata, sì come quella che tutte le virtù mantiene et conserva e tutti li vitii abborrendo, scaccia et disperde.