Per un atlante dell’architettura sacra del primo Cinquecento tra ducato sabaudo, terre “lombarde” e feudi imperiali.
In un breve articolo del 1977 intitolato Chiese del Cinquecento in Piemonte, Nino Carboneri tentava di porre le basi per analizzare la penetrazione del linguaggio architettonico all’antica in area piemontese, scontrandosi da subito con difficoltà sia di ordine geografico che storico-culturale, per la frammentazione politica, istituzionale e fisica del territorio preso in esame che fa di ogni edificio un caso da studiare in maniera autonoma. Il corso intende riprendere questo tema e tentare una prima mappatura ‘orizzontale’ dei cantieri di architettura religiosa entro il 1550 in un’area posta oggi tra Piemonte, Liguria e Lombardia.
Il corso sarà articolato in due parti: cioè con una serie di lezioni ex-cathedra e di sopralluoghi per illustrare quelli che, nel vasto territorio preso in esame, possono essere considerati i prototipi di un nuovo modo di intendere e di praticare l’architettura che, in particolare nell’ultimo quarto del Quattrocento, si fa strada, dal Centroitalia, attraverso il ducato di Milano e i territori della Repubblica di Venezia (ad esempio la Certosa di Pavia, Santa Maria presso San Satiro a Milano, il duomo di Torino, il duomo di Pavia, Santa Maria delle Grazie a Milano). Lo studio di questi cantieri fornirà alle/agli studenti le conoscenze indispensabili per affrontare la seconda parte del corso, quando loro stesse/stessi, singolarmente o in piccoli gruppi, saranno chiamate/i ad illustrare i casi di studio selezionati e assegnati durante la prima lezione (tra i possibili casi studio: le parrocchiali dell’Assunta a Roccaverano e di San Lorenzo a Saliceto, le chiese di San Sebastiano e di San Girolamo a Biella, la chiesa di San Cristoforo a Vercelli, la cattedrale di San Donato a Mondovì, Sant’Antonio a Casale Monferrato, Santa Maria Nuova ad Asti, Santa Maria di Castello ad Alessandria, Santa Maria delle Grazie a Novara).
Data la natura del corso, non esiste un manuale di riferimento: bibliografie specifiche verranno indicate via via nel corso delle lezioni. Per lo stesso motivo la frequenza è fortemente raccomandata. Gli studenti non frequentanti sono pregati di mettersi in contatto per tempo con la docente per concordare l'argomento di approfondimento e ricevere la specifica bibliografia.
In un breve articolo del 1977 intitolato Chiese del Cinquecento in Piemonte, Nino Carboneri tentava di porre le basi per analizzare la penetrazione del linguaggio architettonico all’antica in area piemontese, scontrandosi da subito con difficoltà sia di ordine geografico che storico-culturale, per la frammentazione politica, istituzionale e fisica del territorio preso in esame che fa di ogni edificio un caso da studiare in maniera autonoma. Il corso intende riprendere questo tema e tentare una prima mappatura ‘orizzontale’ dei cantieri di architettura religiosa entro il 1550 in un’area posta oggi tra Piemonte, Liguria e Lombardia.
Il corso sarà articolato in due parti: cioè con una serie di lezioni ex-cathedra e di sopralluoghi per illustrare quelli che, nel vasto territorio preso in esame, possono essere considerati i prototipi di un nuovo modo di intendere e di praticare l’architettura che, in particolare nell’ultimo quarto del Quattrocento, si fa strada, dal Centroitalia, attraverso il ducato di Milano e i territori della Repubblica di Venezia (ad esempio la Certosa di Pavia, Santa Maria presso San Satiro a Milano, il duomo di Torino, il duomo di Pavia, Santa Maria delle Grazie a Milano). Lo studio di questi cantieri fornirà alle/agli studenti le conoscenze indispensabili per affrontare la seconda parte del corso, quando loro stesse/stessi, singolarmente o in piccoli gruppi, saranno chiamate/i ad illustrare i casi di studio selezionati e assegnati durante la prima lezione (tra i possibili casi studio: le parrocchiali dell’Assunta a Roccaverano e di San Lorenzo a Saliceto, le chiese di San Sebastiano e di San Girolamo a Biella, la chiesa di San Cristoforo a Vercelli, la cattedrale di San Donato a Mondovì, Sant’Antonio a Casale Monferrato, Santa Maria Nuova ad Asti, Santa Maria di Castello ad Alessandria, Santa Maria delle Grazie a Novara).
Data la natura del corso, non esiste un manuale di riferimento: bibliografie specifiche verranno indicate via via nel corso delle lezioni. Per lo stesso motivo la frequenza è fortemente raccomandata. Gli studenti non frequentanti sono pregati di mettersi in contatto per tempo con la docente per concordare l'argomento di approfondimento e ricevere la specifica bibliografia.
- Teacher: Maria Beltramini