Capo LXIII
Che i poveri non
debbono rattristarsi della loro condizione
Pertanto i poveri debbono star
contenti della condizione loro, e non invidiare i ricchi; poiché come San Gregorio
Nazianzeno, dottor gravissimo, ed altri padri dicono, a chi vuoi ben considerare
nelle cose di questa vita, la condizione dei poveri è migliore di quella dei ricchi. Imperciocché
delle cose più eccellenti della natura, come lo è della luce del sole, della
respirazione, e
della salubrità dell'aria, e della vita, e della sanità, della robustezza, e di altre cose tali godono non
meno, anzi molto più i poveri, che i ricchi; ma quello che più importa, i doni celesti della grazia
di Dio, presso al quale non vi ha accettazione di persone, sono comuni a tutti;
né altrimenti è battezzato il ricco, che il povero; né meno è adottato da Dio
per suo figliuolo, ed erede del paradiso il povero, che il ricco; anzi dicono i Santi che la povertà
è uno strumento
valevolissimo per l'acquisto della virtù, ed in conseguenza per l'eterna beatitudine [...].