Niccolò Tommaseo
Nato a Sebenico nel 1802, Tommaseo è stato un linguista, saggista e scrittore italiano. Al suo nome sono legati il Dizionario della Lingua Italiana, il Dizionario dei Sinonimi ed altre opere di varia natura.
Nato a Sebenico, dove in pochi anni a seguito delle campagne napoleoniche si erano avvicendate le dominazioni veneziana, francese, asburgica, Tommaseo al predominante sentimento italiano saprà affiancare un altrettanto genuino interesse per le culture popolari balcaniche, specialmente quella illirica e quella neogreca. La sua educazione, iniziata nel paese natale e proseguita a Spalato fu di carattere umanistico e improntata a saldi principi religiosi.
Laureato in legge a Padova nel 1822 visse alcuni anni lavorando come giornalista e saggista, fra Padova e Milano, dove frequentava altri personaggi in vista del mondo intellettuale cattolico come Manzoni e Rosmini. È di questo periodo anche l'inizio della collaborazione all'"Antologia" di G.P. Vieusseux.
Trasferitosi a Firenze nell'autunno del 1827, conobbe, tra gli altri, Capponi e divenne una delle più importanti voci dell'"Antologia". Di questo periodo (1830) è anche la pubblicazione del Nuovo Dizionario de' Sinonimi della lingua italiana cui deve gran parte della sua fama. A causa delle proteste del governo austriaco contro un suo articolo in favore della rivoluzione greca dovette autoesiliarsi a Parigi. Tra l'altro le rimostranze austriache portarono alla chiusura della rivista.
Negli anni parigini pubblicò l'opera politica Dell'Italia (1835), il volume di versi Confessioni (1836), il racconto storico Il Duca di Atene (1837), il Commento alla Divina Commedia (1837), e le Memorie Poetiche (1838). Da Parigi si spostò in Corsica, dove con la collaborazione del magistrato e letterato bastiese Salvatore Viale, proseguì le ricerche di italianistica, contribuendo alla raccolta della copiosa tradizione orale còrsa e definendo la lingua isolana come il più puro dei dialetti italiani. Tornato in Italia si stabilì a Venezia dove continuò a pubblicare numerose opere, fra cui le prime due stesure del romanzo Fede e Bellezza considerato il suo capolavoro, precoce tentativo di romanzo psicologico. Sempre di questi anni è la pubblicazione dell'importante raccolta dei Canti popolari italiani, corsi, illirici, greci (1841) e dell'altrettanto importante pubblicazione delle Scintille (1842), esempio unico di cosmopolitismo culturale dell'epoca.
Nel 1847, tornato nuovamente nel mirino della polizia asburgica venne arrestato a seguito di alcune dichiarazioni sulla libertà di stampa che rivendicavano il diritto di vedere applicate le leggi che non la limitavano; fu però liberato a furor di popolo nel corso della insurrezione capeggiata da Daniele Manin e assunse importanti cariche nella Repubblica Veneta, che gli costarono l'esilio a Corfù. Qui, ammalatosi agli occhi, trovò comunque il modo di scrivere numerosi saggi, tra cui Rome et le monde in francese, in cui da cattolico dichiarava la necessità della rinuncia della Chiesa Cattolica al potere temporale. Risale a questo periodo anche l'insofferenza del Tommaseo verso la via "moderata" all'unità d'Italia, da raggiungersi tramite l'unione al Piemonte sabaudo.
Nel 1854, con la vista sempre più compromessa, si trasferì a Torino, poi a Firenze (1859), dove restò fino alla morte. La sua opposizione all'Italia riunita sotto i Savoia si andò radicalizzando, tanto da fargli rifiutare i riconoscimenti ufficiali, tra cui la nomina a Senatore del Regno.
Negli ultimi anni, oltre alla mai interrotta pubblicazione di saggi, edizioni critiche e poesie, si dedicò al poderoso Dizionario della lingua italiana in sette volumi, completato solo dopo la sua morte avvenuta nel 1874 a Firenze.
Nato a Sebenico, dove in pochi anni a seguito delle campagne napoleoniche si erano avvicendate le dominazioni veneziana, francese, asburgica, Tommaseo al predominante sentimento italiano saprà affiancare un altrettanto genuino interesse per le culture popolari balcaniche, specialmente quella illirica e quella neogreca. La sua educazione, iniziata nel paese natale e proseguita a Spalato fu di carattere umanistico e improntata a saldi principi religiosi.
Laureato in legge a Padova nel 1822 visse alcuni anni lavorando come giornalista e saggista, fra Padova e Milano, dove frequentava altri personaggi in vista del mondo intellettuale cattolico come Manzoni e Rosmini. È di questo periodo anche l'inizio della collaborazione all'"Antologia" di G.P. Vieusseux.
Trasferitosi a Firenze nell'autunno del 1827, conobbe, tra gli altri, Capponi e divenne una delle più importanti voci dell'"Antologia". Di questo periodo (1830) è anche la pubblicazione del Nuovo Dizionario de' Sinonimi della lingua italiana cui deve gran parte della sua fama. A causa delle proteste del governo austriaco contro un suo articolo in favore della rivoluzione greca dovette autoesiliarsi a Parigi. Tra l'altro le rimostranze austriache portarono alla chiusura della rivista.
Negli anni parigini pubblicò l'opera politica Dell'Italia (1835), il volume di versi Confessioni (1836), il racconto storico Il Duca di Atene (1837), il Commento alla Divina Commedia (1837), e le Memorie Poetiche (1838). Da Parigi si spostò in Corsica, dove con la collaborazione del magistrato e letterato bastiese Salvatore Viale, proseguì le ricerche di italianistica, contribuendo alla raccolta della copiosa tradizione orale còrsa e definendo la lingua isolana come il più puro dei dialetti italiani. Tornato in Italia si stabilì a Venezia dove continuò a pubblicare numerose opere, fra cui le prime due stesure del romanzo Fede e Bellezza considerato il suo capolavoro, precoce tentativo di romanzo psicologico. Sempre di questi anni è la pubblicazione dell'importante raccolta dei Canti popolari italiani, corsi, illirici, greci (1841) e dell'altrettanto importante pubblicazione delle Scintille (1842), esempio unico di cosmopolitismo culturale dell'epoca.
Nel 1847, tornato nuovamente nel mirino della polizia asburgica venne arrestato a seguito di alcune dichiarazioni sulla libertà di stampa che rivendicavano il diritto di vedere applicate le leggi che non la limitavano; fu però liberato a furor di popolo nel corso della insurrezione capeggiata da Daniele Manin e assunse importanti cariche nella Repubblica Veneta, che gli costarono l'esilio a Corfù. Qui, ammalatosi agli occhi, trovò comunque il modo di scrivere numerosi saggi, tra cui Rome et le monde in francese, in cui da cattolico dichiarava la necessità della rinuncia della Chiesa Cattolica al potere temporale. Risale a questo periodo anche l'insofferenza del Tommaseo verso la via "moderata" all'unità d'Italia, da raggiungersi tramite l'unione al Piemonte sabaudo.
Nel 1854, con la vista sempre più compromessa, si trasferì a Torino, poi a Firenze (1859), dove restò fino alla morte. La sua opposizione all'Italia riunita sotto i Savoia si andò radicalizzando, tanto da fargli rifiutare i riconoscimenti ufficiali, tra cui la nomina a Senatore del Regno.
Negli ultimi anni, oltre alla mai interrotta pubblicazione di saggi, edizioni critiche e poesie, si dedicò al poderoso Dizionario della lingua italiana in sette volumi, completato solo dopo la sua morte avvenuta nel 1874 a Firenze.
Ultime modifiche: mercoledì, 22 gennaio 2014, 11:40