L’insegnamento mira a fornire la conoscenza degli aspetti e delle problematiche costituzionali principali connesse alla tutela dell'ambiente e del paesaggio ed alla sostenibilità dello sviluppo, nelle sue diverse declinazioni, nell’ordinamento italiano.

Il concetto di “sviluppo sostenibile” – definito dal rapporto Bruntland del 1987 come “lo sviluppo che risponde alle necessità delle generazioni presenti, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie esigenze” – ha avuto una prima legittimazione ufficiale in occasione del Summit sulla Terra tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992, in una prospettiva legata essenzialmente all’esigenza di proteggere l’ambiente dalle attività umane che rischiano di comprometterlo in modo irrimediabile. Esso è poi diventato gradualmente il nuovo paradigma dello “sviluppo” fino ai giorni nostri, quando le Nazioni Unite hanno varato il documento “Trasformare il nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile” (Summit di New York del 25-27 settembre 2015), che individua 17 obiettivi globali (SDGs - Sustainable Development Goals) e 169 target che dovranno essere realizzati entro il 2030 da tutti i Paesi del mondo, anche al fine di sconfiggere la povertà in tutte le sue forme. In questo percorso di progressiva definizione, il concetto di “sviluppo sostenibile” – pur restando legato alla sua originaria matrice ambientale – si è allargato ad altri aspetti della vita associata, come quello sociale, economico e culturale. E’ soprattutto in relazione a tale processo sovranazionale (che ha avuto ricadute di particolare rilievo nel diritto dell’Unione Europea) che la tutela dell’ambiente, la sostenibilità e lo “sviluppo sostenibile” sono sempre più enucleati come principi giuridici di rango costituzionale anche nell’ordinamento italiano: da parte della giurisprudenza costituzionale, che ne ha già offerto diverse declinazioni pratiche (anche muovendo dai doveri di solidarietà) e, più di recente, del legislatore, che tra il 2021 e il 2022 ha approvato la revisione costituzionale degli artt. 9 e 41 (costituzionalizzando, tra l’altro, la tutela dell’“interesse delle future generazioni”) e i provvedimenti strumentali all’attuazione del P.N.R.R. (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) nel quadro del programma Next Generation E.U., di cui la tutela dell’ambiente, la transizione ecologica e le politiche di sostenibilità sono assi portanti.

Il corso si propone, dunque, di far acquisire allo studente consapevolezza critica del significato del concetto – e principio di rango costituzionale – di “sostenibilità” e del contenuto delle relative politiche, a partire da quelle in materia di tutela dell’ambiente e del paesaggio, con riferimento principalmente al contesto nazionale italiano. L'insegnamento si propone altresì di avviare gli studenti all'analisi di casi giuridici concreti legati al diritto dell’ambiente e della sostenibilità, per svilupparne le capacità argomentative. Queste attività rientrano in un percorso formativo finalizzato a fornire a ciascuno studente competenze utili per sviluppare le capacità di interpretazione e applicazione del diritto, richieste dal mondo delle professioni.