Paolo Rossi e Vinicio Capossela - Decervellamento
Per molto tempo fui ebanista
Operaio in borgo d'OgnissantiMia moglie lì faceva la modistaE in questo modo tiravamo avantiQuando la domenica era bellaCi vestivamo a festa per andarIn via dell'Euchadé tanto per fareContenti di veder decervellare
I nostri due marmocchi impiastricciatiBrandendo lieti i miseri balocchiSalivan su con noi nella vetturaFelici correvamo in via EuchadéStrozzati tutti quanti allo steccatoMenando colpi per meglio vederCercando sotto i piedi un asse o un sassoPer non sporcar di sangue gli scarponi
Venite, vedete, la macchina girarDal ricco ammirate la testa via volar
Eccoci bianchicci di cervellaI pargoli ne mangiano e noi pureIl palotino affetta con livoreE le ferite e i piombi ci godiamoPoi vedo sulla macchina spauritoUn brutto ceffo che mi torna pocoTi riconosco in faccia bel tominoCi hai derubati e non mi fai pietà
A un tratto per la manica mi tiraLa sposa mia che avanza una premuraMa sbattigli sul muso un bel piastroneChe il palotino si è girato in làSentendo il suo superbo ragionareMi gonfio di coraggio e da insolenteDi merdra al ricco tiro una gran piastraChe in faccia al palotino si spatacca
Di colpo oltre il recinto son smenatoDalla folla inferocita strapazzatoE son caduto dritto a testa in giùNel vortice da cui non torni più
Venite, vedete, la macchina girarDal ricco ammirate la testa via volar
Ecco cosa capita a chi ignaroPasseggia per veder decervellarIn via dell'Euchadé da malaccortiSi parte vivi e si ritorna morti
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