2

Gaetano Filangieri, La scienza della legislazione,

Libro quarto, Delle leggi che riguardano l'educazione, i costumi e l'istruzione pubblica

(1785)

Dell'universalità di questa pubblica educazione

Qual differenza tra una repubblica di poche migliaia di cittadini ed una monarchia di più milioni di sudditi; tra le mura di una picciola città e i confini d'un vasto impero; tra un popolo unicamente occupato nelle armi ed una nazione contemporaneamente guerriera ed agricola, manifatturiera e commerciante; tra popoli, ove la più perfetta uguaglianza de' beni si trovava rare volte alterata e popoli ove la maggiore uguaglianza che si potrebbe sperare ed ottenere dalle buone leggi sarebbe che non vi fosse l'eccesso dell'opulenza da una parte, e l'eccesso della miseria dall'altra!

Queste poche riflessioni basteranno, io spero, per mostrarci la differenza che vi dev'essere tral sistema dell'educazione pubblica degli antichi e quello dell'educazione pubblica dei moderni. L'uno e l'altro possono e debbono però rassomigliarsi in un solo articolo, e questo è quello dell'universalità. Se una sola classe di cittadini venisse esclusa dalla pubblica educazione, il mio piano sarebbe imperfetto e vizioso. […...]

Della possibilità di questa intrapresa

[…...] L'educazione pubblica, per essere universale, non ha bisogno né di questa uniformità, né di questo sistema, né di questi mezzi. Essa richiede che tutti gli individui della società possano partecipare all'educazione del magistrato e della legge, ma ciascheduno secondo le sue circostanze e la sua destinazione. Essa richiede che il colono sia istituito per esser cittadino e colono e non per essere magistrato o duce. Essa richiede che l'artigiano possa ricevere nella sua infanzia quell'istituzione che è atta ad allontanarlo dal vizio, a condurlo alla virtù, all'amore della patria, al rispetto delle leggi, ed a facilitargli i progressi nella sua arte; e non già quella che si richiede per dirigere la patria ed amministrare il governo. L'educazione pubblica finalmente, per essere universale, richiede che tutte le classi, tutti gli ordini dello Stato vi abbiano parte; ma non richiede che tutti questi ordini, tutte queste classi vi abbiano la parte istessa. In poche parole, essa dev'essere universale, ma non uniforme; pubblica, ma non comune.

Sotto questo aspetto considerata l'universalità della pubblica educazione, i dubbi contro la possibilità di questa intrapresa nelle grandi nazioni e ne' moderni popoli cominciano già a dileguarsi; ed io spero di dissiparli interamente coll'esposizione del piano che ho pensato.

Se l'educazione pubblica, per essere universale, non dev'essere uniforme, vediamo prima d'ogni altro la natura e la condizione delle classi, nelle quali dovrebbe essere riguardo a quest'oggetto ripartito il popolo, e le necessarie differenze che richieder dovrebbe la loro rispettiva educazione.