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A Jean Marie Itard, (1775-1838) si fa risalire la nascita della Pedagogia Speciale, poiché fu di questo pedagogista francese del XIX secolo l’idea della educabilità dell’individuo anche in presenza di forti disabilità e dell’importanza della mediazione sociale nella crescita psicofisica della persona. Il lavoro con il ragazzo trovato nelle foreste dell’Aveyron infatti aveva dato a Itard la certezza che un lavoro educativo potesse risolvere quei deficit funzionali e non organici, e contrariamente a Pinel, che considerava Victor irrecuperabile, poiché attribuiva la sua minorazione (cognitiva-linguistica e motoria, ma anche socio affettiva) ad una causa organica, e la riteneva in ogni caso irrecuperabile, Itard riuscì a dimostrare, educando Victor, che i deficit possono essere funzionali, e quindi inerenti aree funzionali inibite ( in parte o per intero) o deviate, nel loro funzionamento dal mancato uso, dalla mancata stimolazione, e dalla mancanza di una restituzione significativa da parte di un adulto che costituisce, nella sua veste di educatore, un ponte -passaggio verso i significati del mondo e della vita.

Il lavoro svolto da Itard con Victor consentì di strappare quest’ultimo al destino alienante che lo attendeva all’Institute des sourds-muets de Paris prima e successivamente in una casa per malati di mente in cui lo si voleva recludere, convinti della compromissione permanente dell’intelligenza del ragazzo. Nell’Institute des sourds-muets in ragazzo era già stato osservato e la sua impossibilità ad entrare in relazione con gli altri bambini, ospiti, aveva convinto i più che fosse un idiota (secondo una definizione in uso all’epoca) e che ogni intervento educativo sarebbe stato inutile. Itard, a sua volta, confidava moltissimo nell’efficacia della relazione e del contesto sociale che avrebbe riportato il bambino ad un vivere civile.

La Pedagogia Speciale evidenzia così la sua funzione di Pedagogia che educa e sostiene l’evoluzione in presenza di condizioni particolari di sviluppo e per incontrare questa particolarità mette in campo strumenti, strategie e metodologie speciali poiché pensate, create e progettate per rispondere ad esigenze evolutive ben precise, a canali di ricezione e comunicazioni diversi da quelli della media dei soggetti in crescita e quindi, di volta in volta, a seconda degli handicap che incontra, cerca di entrare in un rapporto che è speciale e non diverso. Peculiare di un modo di essere nel mondo, quello della persona diversamente abile.

La stessa condizione di diversamente abile determina le basi della Pedagogia Speciale, che da scienza del recupero e dell’integrazione approda alla sua connotazione di scienza della diversità ove diversità non è un termine la cui accezione va interpretata come di assenza di abilità ma di "abilità presenti in maniera diversa".

Compito della Pedagogia speciale non è quello di portare la Persona alla normalità, intesa come la media delle prestazioni nei soggetti, ma di favorire lo sviluppo pieno del potenziale umano che ogni persona porta con sé, favorire l’autonomia, la crescita, la progettazione e la partecipazione piena della persona alla vita della società e della comunità. Tale atteggiamento lo ritroviamo in Theo Peeters ma anche in de La Garanderie, più indietro nel tempo è stato osservato, in un debutto a suo tempo poco compreso, nel già citato lavoro di Itard che durante l’educazione di Victor sottolineava come questo ragazzo non potesse essere paragonato che con se stesso e valutava, sulla base di questo criterio, i progressi o i regressi.

Itard era infatti consapevole che ogni confronto delle abilità del ragazzo con i suoi coetanei lo avrebbe posto in una condizione di inferiorità e, fattore più importante, il paragone non appariva fondato poiché ciò che era mancato al ragazzo dell’Aveyron rendeva gli altri ragazzi distanti: l’educazione che Victor non aveva avuto ne faceva un a persona diversa che poteva essere paragonata solo con un’altra persona deprivata della stessa esperienza, solo in quel caso avrebbe avuto senso tentare di valutare i progressi di Victor confrontandoli con quelli di altri, ecco perché Itard usava gli apprendimenti del ragazzo per valutare l’andamento del suo percorso evolutivo e programmare le attività del piano educativo.

La pedagogia speciale quindi mette in campo la propria specialità attraverso uno sguardo che si fa particolare perché esula dal convenzionale e dal già noto orientandosi invece verso il diverso, il nuovo, l’eccezionale ed entra in relazione con queste diversità attraverso metodi e strumenti che sono speciali proprio perché creati o adattati alla specialità del caso. E’ grazie al ricorso a questi approcci, rispettosi della diversità, che si è riusciti ad ideare percorsi riabilitativi e metodologie che in altri tempi sarebbero stati scartati in quanto giudicati inadatti a portare il soggetto alla media delle prestazioni.

Un’ottica che ribalta il concetto dell’educazione poiché essa non risponde ora ad una necessità di riportare alla media il soggetto ma impone una lettura di quanto osservato secondo il criterio della specialità e della specificità dell’individuo e delle condotte che agisce e verso le quali viene attivato un repertorio operativo esclusivamente ritagliato su quella situazione particolare, per quell’utente particolare. Ritorna ampiamente il principio di fondo della pedagogia speciale che si specializza per andare incontro a speciali esigenze evolutive e quindi educative.

http://www.pol-it.org/ital/pedagogia2004.htm

Ultime modifiche: mercoledì, 22 gennaio 2014, 11:40