Nella prima parte dell'insegnamento sarà offerta una panoramica dei temi, dei concetti e degli autori più rilevanti della disciplina antropologica. Particolare rilievo sarà dato a quegli autori che hanno occupato un ruolo centrale nei rapporti fra antropologia e altre discipline, nonché alle scritture antropologiche di altri continenti e a quegli autori eccentrici all'interno del dibattito antropologico. Il progetto è di contribuire con forza alla decolonizzazione dei saperi, e alla decolonizzazione dell’antropologia in primo luogo.
A partire da queste premesse, l'insegnamento intende analizzare la genealogia coloniale del sapere antropologico, le maggiori scuole e i principali autori (Griaule, Leiris, Malinowski, Bateson, Lienhardt, Evans-Pritchard, Lévi-Strauss, Balandier, Clastres, Turner, De Martino, Gramsci e l'antropologia italiana, Riesmann, Geertz, Clifford, Rosaldo, Comaroff e Comaroff, Crapanzano, Viveiros de Castro, Descola ecc.). Rilievo costante sarà inoltre dato alle questioni al centro dell'etnografia (questioni metodologiche, etiche, politiche), così come al tema dell'antropologia militante ("antropológia compromitida"). Esempi tratti da etnografie africane e latino-americane contribuiranno a rendere più evidenti le diverse traiettorie teoriche e storiche della disciplina.
Oltre a promuovere una forte prospettiva interdisciplinare e comparativa, si darà particolare rilievo al dibattito postcoloniale, ai subaltern studies, alle provocazioni epistemologiche dell'ontological turn, e ai problemi connessi ai processi migratori, dal momento che questi assi tematici rappresentano alcuni fra i principali campi dell'attuale orizzonte teorico della disciplina.Il corso intende mettere in rilievo anche l'urgenza di esplorare temi emergenti come le minacce derivanti dal riscaldamento globale e dal cambiamento climatico, le conseguenze dello sfruttamento incontrollato delle risorse naturali e dei suoi effetti (industria estrattiva e agroalimentare) sulle comunità locali.Il corso consacrerà una parte delle lezioni anche a discutere le forme del razzismo nelle società contemporanee e ciò che esso rivela della genealogia dello stato moderno e della sua violenza, nonché il conflitto emerso intorno a quella che può essere definita come la "guerra delle statue". Allo stesso modo si prenderanno in esame, a partire dalla recente pandemia da coronavirus, i temi della vulnerabilità sociale e culturale, della “giustizia cognitiva” e dell’epistemicidio.