Nella prima parte del corso saranno affrontati i fondamenti dell'antropologia delle migrazioni, con particolare attenzione ai precursori di tale filone di ricerca a partire dagli anni '20-'30 del Novecento e ai primi lavori pioneristici nel campo delle migrazioni forzate. Si darà rilievo ad alcuni temi che un approccio antropologico alle migrazioni consente di esplorare, sia classici (identità etnica e di genere, parentela e reti familiari, rapporti di potere e forme di scambio) sia più recenti (identità diasporiche, reti transnazionali, forme di cittadinanza e di (il)legalizzazione).
La seconda parte del corso si soffermerà sulla distinzione categoriale, giuridica e amministrativa tra migrazioni economiche/volontarie e migrazioni politiche/forzate emersa dopo la II guerra mondiale. Verranno messe in luce, in particolare, analogie e discontinuità nella gestione e nello studio delle migrazioni tra Nord e Sud del mondo, nonché i meccanismi di costruzione di categorie distinte di migranti e le forme di inclusione/esclusione, controllo, contenimento e detenzione, o respingimento degli stessi elaborate nel tempo. Un approfondimento specifico verrà dedicato alla prospettiva antropologica critica rispetto a "confini" e "regime umanitario".

Il corso è articolato in una prima parte storica, teorica e metodologica di almeno 18 ore frontali; e in una seconda parte tematica di 12-18 ore aperta alla presentazione e discussione attiva, da parte di studentesse e studenti, di saggi indicati e resi disponibili nel corso dell’insegnamento sulla piattaforma Moodle.

Le lezioni si svolgeranno unicamente in presenza con inizio il 3 Novembre.