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L’uomo che regala i nidi alle cicogne bianche.
Da 300 anni, le cicogne erano sparite dall’Italia, oggi sono tornate in Piemonte, nella zona di Cuneo, grazie a Bruno che viene definito il «papà delle cicogne». Bruno ha settant’anni e da trenta si occupa di uccelli. Sui suoi terreni, assieme agli ambientalisti della Lega italiana protezione uccelli, nel dicembre 1985, ha creato il Centro cicogne (il primo in Italia), riportando nelle campagne della zona di Cuneo lo splendido animale, che dal Settecento non nidificava più in Italia. Sui tetti, sui camini e sui campanili di questa zona del Piemonte, con il passare del tempo, sono ricomparsi i grandi nidi di questi uccelli migratori. Bruno Vaschetti è un agricoltore. La sua azienda si trova alla cascina Stramiano, poco lontano dal bellissimo castello di Racconigi, dove nel 1904 nacque l’ultimo re d’Italia, Umberto II di Savoia. Adesso anche nei vasi che ornano il castello reale, le cicogne hanno costruito il loro nido.
«Sono da sempre appassionato di volatili – racconta Bruno, il fondatore del centro -.
Ho cominciato a studiare le cicogne bianche da una prima coppia che si era fermata nella vicina città di Carmagnola, più di trenta anni fa. Intanto, avevo imparato che questi uccelli migratori mancavano dall’Italia da trecento anni e usavano l’Italia solo come ponte per le migrazioni, mentre continuavano a nidificare nel resto dell’Europa. Perché? Probabilmente a causa del bracconaggio e del fatto che, in Italia, venivano cacciate.
Sulla rivista “Airone”, periodico che si occupa di natura, avevo letto alcuni articoli che parlavano di un signore svizzero che, vicino a Basilea, 25 anni prima aveva reintrodotto questi uccelli nel suo paese, partendo da un’unica coppia selvatica nidificante - racconta ancora, Bruno -. Con alcuni amici sono andato a trovarlo.
In pratica, questo signore svizzero aveva creato una zona recintata a voliera, da dove poi gli esemplari di cicogna che erano nati lì, una volta cresciuti, venivano liberati. Ho capito che si poteva fare lo stesso da noi, a Racconigi. Prima di affidarci gli animali, però, il signore svizzero è venuto a controllare se l’ambiente dove avrebbero dovuto vivere le cicogne fosse adatto. Appena arrivato a Racconigi, questo signore, si è fermato alla stazione ferroviaria, per verificare se, nella zona, ci fosse troppo traffico, inadatto a garantire la tranquillità delle cicogne. Dopo aver visto la zona dove avrebbero vissuto i volatili, il signore svizzero regalò a Bruno 10 esemplari e così il centro accolse le sue prime dieci cicogne. Era il 1985.
In trent’anni, a Racconigi, sono nate 1200 cicogne. Le coppie di cicogne che fanno nascere i piccoli a Racconigi, dopo la migrazione ritornano lì. Oggi, il centro ha 34 coppie fisse. Oltre a Bruno si occupano di questi trampolieri che vivono al centro anche la moglie Francesca e le figlie Enrica, Lorenza e Gabriella. Quest’ultima è veterinario ed è responsabile scientifico del centro.
Le cicogne bianche hanno le penne «remiganti» (cioè quelle per volare) nere e becco e zampe arancioni. Sono alte un metro, con un’apertura alare di un metro e 80 centimetri. Covano le loro uova in primavera e prima dell’autunno partono per la migrazione verso l’Africa. Quando migrano, questi uccelli seguono due rotte. Una dalla Sicilia alla Tunisia, l’altra dall’Italia al litorale della Francia e della Spagna. In un mese di volo sono in Marocco e poi in Senegal. Lo sappiamo, dice Bruno, perché abbiamo seguito un esemplare inanellato con un “anello spia” sulla zampa. Per un anno, con un progetto fatto con l’Università di Pisa, abbiamo controllato e studiato le rotte e i percorsi migratori di questo uccello. In Italia, oggi, fra il Piemonte, la Lombardia e il Veneto ci sono almeno 300 coppie di cicogne. Oggi il centro accoglie anche anatre, oche, cigni e ibis in via di estinzione.
Adattamento dell’articolo “L’uomo che regala i nidi alle cicogne bianche” di Paola Scola pubblicato il 7 Aprile 2016, sul quotidiano “La Stampa” di Torino.
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