Dell'Educazione

Se è vero ciò che ho detto in principio di questo discorso, come non dubito che sia, che le differenze rile­vabili nel contegno e nella capacità degli uomini sono, più che ad ogni altra causa, imputabili all'educazione ricevuta, ho ragione di concludere che si deve porre gran­dissima cura nel formare la mente dei bambini, dandole sin da principio quell'impronta che dovrà poi avere in­fluenza su tutta la loro vita. Giacché, se essi agiranno bene o male, la lode e il biasimo si faranno risalire all'edu­cazione ricevuta; e se commetteranno alcunché di sconve­niente, si sentirà ripetere il detto comune che ciò dipende dal modo con cui sono stati allevati.

Se la forza del corpo consiste specialmente nell'essere atti a sopportare i disagi, altrettanto si può dire della mente. E il grande principio, fondamento di ogni virtù e di ogni merito, sta in questo: che l'uomo sia capace di rinunciare ai propri desideri, di opporsi alle pro­prie inclinazioni, e di seguire unicamente ciò che la ra­gione gli addita come migliore, benché gli appetiti tendano all'altra parte.

Il grande errore che ho rilevato nell'educazione dei bambini, è che di questo non si è tenuto sufficiente conto al momento debito, e non si è resa la loro mente obbediente alla disciplina e pieghevole alla ragione, quando nell'in­fanzia era maggiormente sensibile e più facile ad essere piegata. I genitori, cui la Natura saggiamente ordinò di amare i propri figli, sono molto proclivi, se la ragione non sorveglia accortamente questo affetto, sono molto proclivi, ripeto, a lasciarlo degenerare in indulgenza esa­gerata. Essi amano i loro piccini, e questo è loro dovere; ma spesso amano anche i difetti che questi hanno. Dicono che non bisogna contrariare i bambini, che bisogna permettere che in ogni cosa la loro volontà sia accontentata; e poiché nell'infanzia questi non sono capaci di grandi vizi, i genitori credono che non ci sia pericolo a indul­gere ai loro capricci, e si divertono anzi di quelle graziose monellerie che giudicano inerenti a quell'innocente età. Ma ad un genitore indulgente, che non voleva si punisse il suo bambino per atto capriccioso, ed anzi lo scusava dicendo che era cosa di scarsa importanza, opportunissimamente rispose Salomone: "Certamente! Ma l'abitudine è importantissima".