Dovendo educare un paese intero alla piena identificazione tra Stato e Partito, Mussolini capì che gli sforzi del totalitarismo fascista dovevano essere rivolti principalmente alla formazione di bambini “fascisti”. Prendendo quale esempio il movimento scout - che in quegli anni andava diffondendosi in Italia e nel mondo - lo vietò e ne tradì lo spirito pacifista, eliminandone tutti gli aspetti etici e le caratteristiche componenti di internazionalismo, volontarietà e solidarietà.
Ecco perciò che i bambini dovevano avere una divisa ed essere inquadrati militarmente; dovevano prestare un giuramento di fedeltà a Mussolini e seguire una rigorosa preparazione sportiva, e non mancavano aspetti di formazione militare. Lo scopo, ovviamente, era quello di formare una generazione di convinti sostenitori della “causa della rivoluzione fascista”, pronti a trasformarsi in obbedienti soldati per le battaglie del Duce.
A questo scopo in tutta Italia vennero erette le Case del Balilla, costruzioni comprensive di palestre e piscine nelle quale questa educazione poteva essere impartita al meglio; oppure si pubblicarono libri, come ad esempio Lo sport fascista e la razza di Camillo Barbarito, che Paravia pubblicò ne “l’Italia nuova, collana di educazione fascista”, nel 1937.
Ultime modifiche: mercoledì, 22 gennaio 2014, 11:40